Diverse cause possono causare od indurre cambiamenti fisici. Per una donna, la vita è scandita da tappe biologiche come la fertilità e la menopausa, a cui si aggiungono le problematiche comuni alla popolazione maschile, come pubertà, malattia e traumi. Come adattarsi ai cambiamenti fisici?
Ogni sfida legata ai cambiamenti fisici richiede una sua analisi e risoluzione. La mentalità di base utile a categorizzare questi eventi è la visione legata all’inevitabilità delle conseguenze. Se il cambiamento fisico è avvenuto e non è stato possibile evitarlo, si deve rispondere nel modo migliore ed evitare di reagire in modi negativi o deleteri. Pertanto, ogni argomento è diviso nel suo specchietto argomentativo, da cliccare ed aprire.
L'adolescenza e cambiamenti fisici.
Quando si affronta il tema adolescenza, si dice che le ragazze maturino prima. Ciò è dovuto alla cognizione del processo noto come mestruazioni. Il periodo in cui le ragazze diventano fertili è tra i 12 e 15 anni, con la scoperta e l’esposizione al concetto di gravidanza e dei temi legati alla sessualità. L’educazione sessuale è fondamentale e la Società italiana è molto carente su questo fronte, addossando la responsabilità all’integrità dei genitori. Se i genitori non insegnano e discutono dell’argomento con la figlia, l’argomento verrà percepito come un tabù di cui non si può parlare senza provare emozioni negative o disagio. Ciò è un segnale di scarsa genitorialità.
Un genitore deve aiutare la figlia a capire il normale cambiamento del corpo, spiegando le funzioni e dimostrando in prima persona che non vi è niente di male a discutere di queste cose. Si deve pertanto spiegare il concetto di pudore (perché non se ne parla in pubblico con la stessa facilità) e salute legata all’igiene intima (bisogna insegnare che esistono dottori che si occupano di problematiche comuni come dolore od irritazione.). In questo contesto, l’educazione è principale.
I ragazzi di 13 anni dipendono completamente dalle figure autorevoli, quindi da genitori o tutori. Devono essere guidati, si deve insegnare loro le basi ripetendo più volte i concetti semplici, e fare domande per verificare la comprensione e le loro idee. La correzione deve avvenire tramite un percorso di ragionamento guidato, e talvolta è possibile aspettare e far verificare con i fatti, come nel caso di un inaspettata reazione preoccupata alla visione del sangue. Si conforta e si aiuta a superare la paura ogni giorno, durante l’attesa, finché la paura scompare, non viene più alimentata e le mestruazioni diventano una parte della propria vita. Questo metodo è importante per evitare di associare ulteriore stress mentale al cambiamento fisico.
Pubertà: età in cui si cambia per definizione.
La pubertà è l’età dei cambiamenti fisici per eccellenza. Il corpo comincia a svilupparsi; la mente assume una sua struttura e riorganizza i pensieri; si intraprendono nuovi comportamenti che disciplinano il carattere. L’adolescenza è un periodo che dura fino alla maggiore età, e deve essere gestito dai genitori quanto da amici, parenti ed istituzioni.
Un individuo risponde alla Società nella stessa misura in cui la Società si rivolge verso di lui o lei. Una donna che riceve attenzioni per la sua bellezza farà un percorso diverso da una donna che non viene mai considerata anche in presenza di una spiccata intelligenza. La Società italiana è piena di difetti e superficialità, quindi l’età della pubertà rischia a buon titolo di entrare nel periodo più problematico di una ragazza.
La Società non è che l’insieme di individui e l’affermazione dei valori predominantemente condivisi da questi. Una ragazza sceglie se adattarsi e quali valori abbracciare o rifiutare. In questo periodo si deve affrontare in qualità di genitori il problema dei cambiamenti fisici come necessità sociali (l’uscita con le amiche, il perdere la faccia, la popolarità e le prime relazioni) quanto necessità mentali (acquisizione di abilità mentali capaci di capire il mondo intorno a sé come la Logica, in mancanza della quale, od in funzione di essa se auto-appresa, susciterà una risposta autoritaristica.). La ragazza ha bisogno di essere educata a capire il comportamento ed i motivi alla base dei comportamenti migliori: sia la teoria che la pratica.
La famiglia deve aiutare accogliendo la ragazza nel nucleo familiare, e questo è un momento spesso saltato ed ignorato completamente. Una ragazza non può restare una bambina in eterno, e l’assunzione di responsabilità e di compiti devono aiutare la ragazza a maturare un’immagine di lei in progressivo miglioramento e maturazione sociale ed individuale.
Questo è anche il periodo in cui si dovrebbe esporre la ragazza a ragionamenti più complessi e di natura intellettuale, spaziando dalla filosofia alle scienze quanto alla fantasia e la creatività artistica. Si deve spronare la ragazza ad imparare quanto più può e si deve supportare le sue buone iniziative. Non tutte le ragazze finiscono con l’odiare la propria famiglia o diventare l’esatto opposto dei genitori. Non è infatti carattere ma la manifestazione dell’abilità genitoriale e dell’ambiente sociale che l’ha influenzata.
Le crisi adolescenziali sono un sintomo di scarso interessamento all’educazione dei comportamenti sociali. L’incapacità di comprendere i ragazzi ne sono un esempio: carenza di Logica ed apprendimento del metodo scientifico basato su causa effetto. L’incomprensione del comportamento sociale è sinonimo della confusione manifestata da varie forme di crisi adolescenziali, mostrando l’incapacità di riconoscere il comportamento illogico degli altri adolescenti rispetto a quello degli adulti.
L’adolescenza è un indicatore della progressione individuale: nel caso si debba intervenire per recuperare una ragazza mal educata dai genitori, per far passare l’ansia e le emozioni negative potrebbe essere necessario un percorso inteso non tanto a far passare l’ansia in quanto incomprensibile eccesso emotivo, ma in quanto carenza di educazione alle strategie sociali utili per evitare i pensieri (e concatenamenti) illogici alla base del ragionamento ansioso. Un’educazione assente causa spesso individui incapaci di relazionarsi con la complessità del mondo circostante.
L’adolescenza mostra in scala la progressione culturale verso la maturità o la dissoluzione: come han dimostrato temi come il proibizionismo e l’antiprobizionismo, la conseguenza delle azioni è reale e contingente. Il proibizionismo è un refuso del mondo basato sulla superstizione e sulla paura, incapace di guardare con speranza al presente ed al futuro. La sua esistenza ha ulteriormente rallentato la progressione culturale e scientifica, diventando un errore sulla cui base si è sviluppato il movimento antiproibizionista. Quest’ultimo ha dimostrato che in assenza di una regolamentazione di buon senso, le fasce deboli sono esposte a forme di manipolazione (non importa se da parte di proibizionisti o malviventi interessati a portare avanti la propria visione del mondo) apportando le novità culturali sulla cui evoluzione poggia il mondo odierno fatto di cellulari e soluzioni creative in vari ambiti e mercati. Il problema della droga dimostra il fallimento della Società di stare al passo dei tempi ed imparare dagli errori.
Le soluzioni per le crisi adolescenziali sono quindi l’educazione e l’esposizione a forme diverse di pensiero, attitudini e motivazioni. Lo scopo è formare l’adolescente e far maturare su quella base di nozioni una personalità capace di analizzare e trarre insegnamenti oltre la portata già disponibile grazie ai paradigmi scientifici, che necessitano delle nuove menti dei giovani per continuare l’espansione paradigmatica. In poche parole, incoraggiare un’adolescente a maturare e razionalizzare il mondo vuol dire fare la propria parte per migliorarlo.
Per contro, esistono cambiamenti fisici di natura più materiale, come gli scatti di crescita. Anche questi possono causare ansia e preoccupazione, e far passare l ansia in questi casi vuol dire aiutare la ragazza a comprendere le opzioni fuori portata dalle persone di statura più bassa. Adattarsi all’esperienza personale è qualcosa che deve basarsi sulla comprensione del Cambiamento, e non sull’irrazionale lamentarsi della propria disgrazia. Un atteggiamento infantile mostra una carenza di apprendimento della varietà offerta dalla differenza genetica e culturale.
Gli scatti di crescita possono causare problematiche di salute(ne è un esempio la sindrome di Osgood-Schlatter), quindi è bene far controllare le ragazze da pediatri e medici. Visite regolari aiutano a placare la preoccupazione, ed anzi lasciano spazio a conferme positive e confortanti. Sul piano sociale, si deve aiutare a diventare più sicure, in quanto il disagio può essere causato dall’essere troppo diverse dalle altre. In tal caso, meglio optare per campi ed arti capaci di insegnare l’autocontrollo e la disciplina, come le arti marziali o sport ad alta concentrazione, o scacchi e programmazione dei computer. La trappola è quella di abbandonare la ragazza al suo percorso individuale, là dove un genitore capace sa che la diversa applicazione in arti o giochi serve lo scopo di mostrare la propria capacità di superare ostacoli e tramite questi integrarsi nella Società con le persone che condividono le stesse passioni.
Il tema adolescenza mette i genitori di fronte all’ardua questione della propria maturità e competenza. Sa tu genitore affrontare e vincere la sfida dell’adolescente che vuole attaccare e tentare di distruggere le tue certezze? L’adolescenza è destinata a mettere alla prova l’ordine costituito. È il suo compito, e la molla scatenante la creazione di una personalità geniale o dell’ennesima fallita sociale, capace solo di accontentarsi e di mostrare la propria inadeguatezza.
L’ipocrisia sociale è forte e vuole ignorare questi casi, ma esistono, ed un genitore che non sa educare la prole fallisce nel proprio compito, ed è grave. Un giorno, la Società potrebbe accorgersene e cambiare, prendendo severe misure per controllare queste carenze, ma fino a che la maggioranza non sarà rivolta verso la fine delle tribolazioni adolescenziali, vedremo la Società continuare a fregarsene. E la Società sono le persone che la compongono: tu, io e qualunque bambino o bambina cresciuta abbastanza per esercitare i propri diritti. Siamo noi a fare la differenza od a non farla. Le conseguenze attuali ne sono già una dimostrazione lampante.
Quando si inizia a vedere la pancia in gravidanza ed il mondo ci crolla addosso! Perchè fa sempre così?
La gravidanza è un periodo interessante per una donna, ma apporta la sua buona dose di pensieri e preoccupazioni. Avere un partner che non si interessa di diventare un buon genitore, che non studia o tenta di migliorare la condizione familiare è il principio di ogni dubbio e malessere interiore. Tuttavia, esistono donne che temono la gestazione, perché quando si inizia a vedere la pancia in gravidanza l’immagine cambia ed i valori personali devono seguire un nuovo ordine.
Quando si inizia a vedere la pancia in gravidanza, la donna può notare un cambiamento nell’interesse sessuale del partner, e se la donna non si è mai messa a studiare la psicologia, ed il pensiero maschile, potrebbe soffrire nel non riuscirsi a spiegare il normale disinteressamento dell’uomo durante i mesi della gravidanza.
Poiché non tutti gli uomini amano avere rapporti con una donna gravida (e non c’è niente di male né questo induce loro in tradimenti o comportamenti riprovevoli), alcune donne falliscono nel contenere la propria ansia, cedendo alla paura di un abbandono durante i mesi in cui si sente più vulnerabile.
In tal caso è utile pensare che la paura si deve poggiare su condizioni dominate dall’ignoranza o dall’incomprensione. L’esempio fatto sulla psicologia maschile ne è un esempio: le donne che lo capiscono, semplicemente trovano altri modi di avere una soddisfacente vita sessuale durante quei particolari mesi. Per chi ne sa anche troppo, il non avere confidenti può essere un ulteriore problema, in quanto sono state esposte a concetti come la depressione post-parto ma non hanno persone con cui parlare. In tal caso è utile conversare con il medico e scambiare opinioni anche online con persone che hanno superato l’esperienza. Tutto si deve però basare su un approccio metodico e razionale, volto a ridurre ogni questione nella sua forma più semplice, ed utile a trovare una informazione mancante.
Lo scopo principale utile per evitare problemi quando si inizia a vedere la pancia in gravidanza è quello di creare attività giornaliere tese a migliorare la qualità della vita, contrastare le stress e pensare positivamente. Non è un caso che il tasso di natalità in Italia sia basso, in quanto è oggettivamente difficile arrivare a poter fare tutto questo oggi, ma così bisogna adattarsi finché la popolazione non decide di migliorare un individuo alla volta, di cui la neo-madre è un esempio.
L’incomprensibile disgrazia e fortuna delle malattie che causano cambiamenti fisici.
Non sentirti obbligata a non vivere la tua malattia. La Società vuole ignorare i bisognosi solo perchè troppo insensibile. Tu migliora e non farti fregare dalla freddezza di alcuni. Quando starai meglio, starà a te insegnare loro come comportarsi con chi soffre!
La malattia è quanto di più terribile possa spaventare una persona. I cambiamenti fisici causati da malattie sono imprevedibili e talvolta lasciano spazio a poche speranze. In tal caso, le reazioni principali sono conseguenze legate ai meccanismi di difesa mentale.
Il mondo diventa un pericolo da cui doversi proteggere, e la malattia diventa prima la cosa da ignorare e poi da cui scappare. Determinate malattie degenerative portano le donne a cambiare visione del mondo, ed è importante notare come le donne con attitudine mentale positiva abbiano reazioni votate ad adattarsi meglio alle condizioni causate dalla condizione patologica.
In questi casi, l’attitudine fa la parte dominante nel determinare la qualità della vita del paziente. Far passare l’ansia in questi casi è un obbiettivo che coinvolge diversi fattori, tra cui il supporto delle persone amate, la giusta assistenza medica e la preparazione alle responsabilità individuali che concorrono all’istituzione della condizione di riabilitazione o trattamento.
Non tutte le malattie e le operazioni da fare sono fatali, ma giustamente il rischio non è mai azzerato, e la paziente può continuare a preoccuparsi fino a cedere alla tensione. La psicologia guarda al benessere mentale del paziente e si occupa di prestare assistenza tramite le strutture adibite, come i dipartimenti di igiene mentale sparsi su territorio nazionale.
La volontà della donna di migliorare è la base del processo di facilitazione. Si deve tornare a sapere (non solo sperare quindi) che la condizione può migliorare e di quanti gradi. Realizzare la varietà di cambiamenti prevedibili e previsti dalle conoscenze mediche attuali è importante per evitare che la paziente si senta solo una vittima di qualcosa che a suo modo è spiegabile. In un certo senso, si può osare dire che viene messa in discussione la volontà della donna di migliorare la propria condizione o di subirla in silenzio.
Esistono diverse malattie e cause, alcune patologiche, altre genetiche ma anche dolose. Sta all’integrità della persona adattare la propria risposta alle cause, cercare la motivazione sulla quale continuare ad operare, e stabilire sempre successivi traguardi da raggiungere e tagliare. Personalità geniali come Stephen Hawking raccontano quanto è possibile fare anche in presenza di una malattia micidiale come la sclerosi laterale amiotrofica: esemplifica cioè il ruolo determinante della motivazione.
Una malattia non impedisce di continuare a vivere, e spesso molte donne tentano di scusare la propria arresa come una sconfitta inflitta dalla malattia, ma non è mai la vera ragione. Se una malattia sconfigge una persona (dopo il naturale passaggio attraverso le fasi di rifiuto ed accettazione si intende), le cause sono da ricercare in una natura psicologica, mentale, radicata in un contesto in cui la malattia appare solo come l’ennesima punizione. Una donna malata non è una persona incapace di imparare e migliorare.
Per agevolare il miglioramento della qualità di vita, è utile creare liste di attività basate su diversi obbiettivi, temi e giorni. Possono anche simulare delle abitudini o delle istruzioni che permettano alla persona di avanzare nonostante lo svantaggio oggettivo rappresentato dalla condizione, che deve essere compresa nella sua natura. In tal modo, senza voler trasformare la malattia in un dono divino (cosa che alcuni tendono a fare, e che può aiutare certe persone fortemente credenti) è utile interpretare la malattia come una parte integrante della propria vita che aumenta il livello di sfida. Come nei giochi in cui si può scegliere se giocare al livello facile, normale o difficile, una malattia obbliga la persona a giocare ad un livello di difficoltà superiore.
Vincere rimane sempre una delle opzioni, si deve solo trovare il modo. La malattia obbliga solo la donna a migliorare come mai alcuna motivazione ha spinto prima a fare, per questo nel sapere popolare permane il detto che «il Dolore aiuta a crescere». Questo ci suggerisce anche che non puoi aspettarti vera comprensione dagli altri, in quanto il dolore è personale e per sua natura non comprensibile a chi si fa scivolare l'argomento addosso con una scrollata di spalle e dicendoti di pensare a chi soffre di più di te... come se anche la stessa formulazione di questo pensiero fosse razionale! Sta a te maturare e non preoccuparti di chi non ci può arrivare: è la tua occasione per brillare nella tua storia personale. Nessun'altro la può raccontare e vivere. Il dolore ti obbliga a diventare la protagonista della tua storia, e realizzare che la responsabilità del tuo benessere e felicità dipende da quanto non sei disposta a sottostare al destino avverso. Oppure puoi rinunciare e diventare una «perdente» nella vita come tante altre. Mai dimenticare che la Natura non è giusta: è quel che è da sempre, e sta a te sopravvivere al meglio nel rispetto di una consapevolezza che ti rende più persona umana matura che animale.
Violenza di genere: come assicurarsi che la terapia funzioni.
Tutti i pensieri, che ti trafiggono l'anima e ti lasciano immobile in un mondo distante, indicano che hai bisogno di combattere dando il tutto per tutto, e ti ricordano che devi diventare quello che hai bisogno di diventare per andare oltre ogni limite imposto dalla violenza e dall'incuria di persone disinteressate a pesare le proprie azioni, anche quando queste possono uccidere.
Argomento molto delicato per chiunque abbia segreti inconfessabili, l’umiliazione è forse una delle maggiori cause di pietrificazione mentale e personale di fronte alla realtà. Per sempre cambiate da azioni legate al comportamenti di altri, queste persone si trovano gettate in un mondo che diventa diverso e distante dalla realtà fino a prima affrontata.
La problematica maggiore è l’indifferenza e l’incapacità della maggioranza della popolazione di comprendere il malessere interiore delle vittime della violenza di genere e di incidenti od attentati. Le donne che subiscono violenze di natura mentale o fisica si ritrovano a mutare mentalità, ed i cambiamenti fisici possono variare da un repentino cambio di umore ed atteggiamento fino all’esplosione di comportamenti ossessivi o violenti.
Diventa arduo fare un discorso omogeneo sulle tante variazioni determinate dagli orrori che queste donne sono costrette a dover superare, così è bene guardare ad un determinato approccio mentale che buona parte di queste donne comincia con l’adattare alla propria situazione.
Il supporto psicologico e la terapia diventano il vero motore dei cambiamenti positivi, e la fiducia nella competenza del personale diventa essenziale. Senza trasformare in pratica delle buone predisposizioni mentali, e senza professionisti capaci di dare conferme o valutazioni nell’interesse della riabilitazione sociale, è difficile che una donna possa attraversare tutte le tappe da sola. Ciò che è stato causato dalla stupidità o grettezza altrui ha bisogno prima o poi di trovare un supporto reale che mostri che sia possibile ottenere anche il contrario, cioè il positivo e vantaggioso contatto con la competenza e l’interessamento sincero ed incondizionato verso il proprio benessere.
Detto questo, le donne che devono superare cambiamenti fisici adottano spesso percorsi mentali il cui scopo è far passare l’ansia e tornare in controllo. Per alcune può trattarsi di scoprire cosa significhi essere forti, là dove vedono i fatti causati dalla propria debolezza. Altre possono ricercare la verità o la giustizia, spesso quando si tratta di incidenti stradali o misteriosi. E così via, il percorso diventa una transizione da un punto di partenza ad un punto di arrivo.
A differenza di altre situazioni come il miglioramento personale, che è una meta ideale non necessariamente raggiungibile (in quanto costante fonte di ispirazione), la donna sopravvissuta ad una violenza ha urgente bisogno di andare oltre l’umiliazione e porre fine al dolore.
In questi casi, arrivare a fare passi avanti è determinante. La migliore partenza è quella che guarda a tutte le opzioni a disposizione, per scegliere e razionalizzare le aree di intervento su cui focalizzare il proprio impegno.
Ad esempio, una vittima sfregiata si trova nella delicata situazione di dover affrontare un’operazione, ma anche di dover accettare il grado di cambiamento imposto dall’aggressore e la conseguente modifica della reazione della gente. Queste tre aree di intervento possono portare a diverse forme di sostegno psicologico.
In questo caso, la donna o la ragazza deve esprimere la propria frustrazione e disagio. Tenersi dentro il magone fa soffrire ed è utile raccontare e tirare fuori la propria preoccupazione, ma questa attività deve essere associata ad un cimento. In gioco non c’è mai il solo sfogo: la tensione si accumula, e torna ogni qualvolta la donna percepisce una pressione che duole, perché colpisce una debolezza. Se non si conquista qualcosa da tutto questo ciclo di confessioni e rivisitazione, si può dar adito a pericolose giustificazioni, tese a mascherare i difetti personali.
La personalità di queste ragazze e donne necessità di una liberazione che deve essere sia interiore che esteriore. La necessità di venir ascoltate è reale, e ciò richiede che la donna riesca ad ascoltare se stessa, a convivere con la propria miseria e voglia di riscatto, attraversando la distruzione della propria vecchia esistenza, di fronte ad una nuova identità a cui è stata obbligata a presenziare. Con il tempo, e solo con l’esperienza accumulata, la donna riuscirà a superare il blocco interiore che le permetterà di reclamare la propria identità, che non è mai stata persa, ma che sentirà perduta per la maggior parte della propria esistenza.
Sono situazioni delicate in cui il ruolo fondamentale è l’onestà intellettuale della donna, che deve essere mantenuta pura e trasparente, anche se fa male. Diverse terapie possono obbiettare su questa mia conclusione, ma questo è il bello della varietà offerta dalla competenza medica professionale, capace di offrire le più diverse tecniche basate sul risultato. Se non si vedono risultati apprezzabili dopo qualche mese od un anno di terapia, è possibile considerare altre opzioni. L’interesse prioritario è portare una sensazione di benessere iniziale, e guidare la donna attraverso le difficoltà sottostanti, perché il benessere è emotivo e superficiale: necessità di una solida base e struttura mentale capace di resistere al colpo finale dato e rappresentato dalla brutta esperienza. Questo aiuta ad inquadrare i cambiamenti fisici come conseguenze necessarie e nulla più, prive di significato.
Importanti sono le esperienze personali e le prove che altre siano riuscite a fare i passi necessari per superare i propri problemi legati ai cambiamenti fisici e mentali affrontati. Sentiti perciò libera, ed anzi ti invito volentieri a lasciare un commento per illustrare i tuoi pensieri legati alla tua esperienza. Mostra alle future lettrici che si può apprezzare la nuova vita seguente i cambiamenti fisici e mentali a qualsiasi livello! Condividi sempre i tuoi consigli e le lezioni apprese, ed aiuterai la Società nel suo insieme.
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