Dipendenza affettiva femminile

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Varie situazioni nel corso della vita di una persona possono generare delle carenze. Un’infanzia passata con genitori distanti o poco adatti a trasmettere sicurezza al figlio o figlia può essere un esempio, ma questo disturbo non è limitato a certi limiti di età. Si può generare questo problema sia durante l’adolescenza che durante la fase adulta.
Generalmente, si tende a considerare la dipendenza affettiva femminile una sorta di comportamento acquisito. La donna che prova una dipendenza affettiva è spesso afflitta da condizioni debilitanti, come emozioni negative, atteggiamenti negativi, senso di inadeguatezza od altri giudizi che nel corso degli anni si sono stratificati sulla propria identità. In parole semplici, alcuni casi sono come grovigli in cui si è venuto a creare un gomitolo che ora è difficile districare.

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Dipendenza affettiva? Vuol dire che si cerca sempre affetto?

In parte. Si potrebbe essere tentati di semplificare la cosa. Nel complesso, l’intero sistema affettivo è spesso compromesso. Cosa vuol dire? Vuol dire che una donna con dipendenza affettiva potrebbe non riuscire a rendersi conto di quando sta ricevendo già affetto. Potrebbe anche non avere un modo per ritenersi soddisfatta, o per comprendere cosa fare con l’affetto ricevuto, arrivando persino a desiderare ancora più affetto perché semplicemente non sa convivere con lo stato di carenza o del “dopo”.
Qualsiasi sia la causa scatenante, il comportamento proprio della dipendenza affettiva deve essere identificato. Gli psicoterapeuti possono voler cercare di aiutare il soggetto a superare in modo graduale certi problemi, ed in alcuni casi è necessario intavolare discussioni per portare il soggetto a realizzare le proprie competenze: Cosa si sa? Cosa non si sa fare? Come comportarsi nelle relazioni? Come crede il soggetto che sia giusto comportarsi? Il soggetto sa per quali scopi fa certe cose nella relazione?
Curiosamente, molte delle persone che soffrono di un disturbo simile o di dipendenza affettiva non hanno analizzato certi aspetti propri non tanto della causa scatenante ma dell’evoluzione del processo stesso. In altre parole, quand’è che hai cominciato a pensare che quello che consideri oggi essere il modo giusto per relazionarti con gli altri è diventato giusto? Quali sono state le basi su cui tale processo si è basato? È stata una decisione consapevole? Si adatta ancora alla persona che sei? Hai rivisto questa decisione nel corso degli anni?
Molte delle nostre decisioni e modi di fare tendono ad essere modificati nel tempo. Certe forme di dipendenza affettiva soffrono di una stratificazione a causa di meccanismi di protezione volti a proteggere la persona. Il risultato è però tutt’altro che positivo per il soggetto.

Non si elimina la dipendenza affettiva in un giorno, ma certe cose possono essere aggiustate subito

Non tutte le terapie si basano su tecniche che richiedono svariate esposizioni. Certamente, quasi tutte richiedono pratica e ripetizione. Nel caso delle strategie sociali, certe informazioni generali e specifiche possono essere di grande aiuto per contrastare la dipendenza affettiva.

Alcuni esempi:

  • Se non si sta stare da soli e se la dipendenza affettiva si fa sentire quando si è soli, una tecnica basilare e semplice come il fare una lista per organizzare meglio le proprie giornate può essere utile per inquadrare il problema. Da una lista fatta bene si evince subito quando ci saranno i momenti di vuoto. Si potrà quantificare l’inizio e la fine. Magari le prime volte ci potranno essere disagi, ma con una migliore programmazione, volta volta questo problema può essere superato.
  • Se a soffrire di dipendenza affettiva è una donna che non riesce a dire no od essere diretta, si dovrà fare molta pratica con la modalità assertiva di comunicazione, che prevede di esprimere i propri pensieri, emozioni e desideri in modo diretto usando sempre la prima persona singolare (io) evitando di esprimere male i propri concetti confondendoli tra loro (es. non “sono stanca”, ma “mi sento stanca”). Lo scopo è identificare cosa è un emozione, cosa un pensiero, cosa qualcosa che vuoi, cosa è che ti piace e diversificarlo da cosa odi. Maggiore attenzione al linguaggio per un po’ di tempo può aiutare molto.
  • Se la manifestazione della dipendenza affettiva è una carenza di dignità personale, con forme troppo frequenti di umiliazione personale, e giustificazioni tese a minimizzare od evitare il problema come se le umiliazioni non fossero un chissà quale problema, allora anche solo il considerare azioni di liberazione personale può tornare utile. Danza, pittura ed altre forme artistiche hanno sempre aiutato ad esprimere se stessi.
Ovviamente, nessuna di queste forme è di per sé una panacea, ed il supporto psicologico di un professionista è necessario, perché è facile per un soggetto passare da un comportamento errato ad un altro. Parliamo di una dipendenza affettiva perché si manifesta come una forma di dipendenza vera e propria: si vuole una soluzione facile e veloce che non esiste.
Il soggetto può arrivare a capire che certi problemi sono lì ed esistono, ma il vero compito arduo è far capire che la soluzione è ciò che a loro è mancato per anni, ovvero una serie di errori e raffinamenti. Nessuna persona è perfetta, e bisogna evitare che si voglia passare ad una forma di perfezionismo. Non si arriva mai a gestire perfettamente le proprie relazioni, altrimenti quello è controllo manipolatorio.

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Chi non soffre di dipendenza affettiva questa cosa l’ha imparata nel corso degli anni. Ma chi ha questo problema come può comprenderlo? C’è bisogno di supporto anche per questo. Razionalmente, è facile capirlo, ma nei fatti si rischia di diventare troppo diffidenti oppure troppo facili a fidarsi delle persone sbagliate. E riconoscere le persone che meritano il nostro amore è un’altra competenza personale da acquisire. Bisogna avere un metodo per capire chi merita cosa, e quali sono le caratteristiche flessibili di quel modello, perché le persone non sono inquadrabili, ma bisogna adattare il modello a noi, che cambiamo ogni giorno.
A chi soffre di dipendenza affettiva queste cose possono sembrare complicate, quando in realtà sono palesi e semplici. Ma la difficoltà è nel guidare bene, e dall’altra parte, nel fare i giusti passi. Perchè esattamente come nelle relazioni, le emozioni di affetto sono manifestate quando vi è un impegno alla pari. Un 50% di sforzo da entrambe le parti.
Curiosamente, tale atteggiamento è fondamentale nella terapia comunicativa standard (ci sono forme terapeutiche che si basano anche sul non avere un “buon rapporto” con il cliente). Parliamo di transfert in questo caso (l’affetto che si tende a creare tra terapeuta e cliente. Per l’esistenza del transfert, è responsabilità del terapeuta mantenere le distanze e non approfittare mai del cliente.)

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