Quattro ragazze arrivano da quattro parti diverse della
Terra nella stessa città. Per diversi motivi cominciano finalmente a
guadagnarsi un posto in questo Mondo. Due di loro hanno un carattere forte, due
invece cercano costantemente validazione esterna, preoccupandosi di quello che
gli altri pensano di loro. Seppure il loro livello di successo personale è
diverso, ben presto un momento di forte difficoltà colpisce tutte e quattro
allo stesso momento, seppure queste non si siano mai incontrate e senza che ci
siano correlazioni tra le tragedie avvenute.
Ognuna di loro è sfinita e alla fine non ce la fa più:
“sono una fallita” ammette, ognuna di loro. Una ragazza ha il supporto del
proprio amore, le altre sono sole. Una di queste è veramente intelligente ben
al di là delle conoscenze scolastiche, le altre hanno appena la licenza minima
per lavorare. La terza ha una gran faccia tosta, le altre hanno invece sempre
paura di dire la cosa sbagliata e a volte ci ripensano su. Solo la quarta
invece non ha niente di particolare, ma conosce quasi tutte le persone della
città, mentre le altre solo quelle intorno a loro.
Ognuna di queste è arrivata a sentirsi una fallita. E
questo accade anche nella nostra vita: non importa quanti pregi abbiamo, arriva
per tutte il momento di sentirsi schiacciate da tante responsabilità e
problemi: famiglia, lavoro, futuro. Non riusciamo più a pensare per bene.
Ci sentiamo perse, in un posto di cui non sappiamo la
mappa. Non sappiamo che è successo ieri e non vogliamo neanche ricordare per
paura che le memorie riaffiorino. Abbiamo un senso di vortice infinito che
scava dentro di noi senza pietà.
Il fallimento è veramente una cosa crudele. Così crudele
che solo una mente diabolica come quella umana poteva arrivare a concepirlo.
Sentirsi una fallita.
Di fatto, non esiste niente che possiamo chiamare
fallimento: non lo puoi afferrare, non lo puoi mordere, non lo puoi perdere o
acquistare. Fallisci solo quando si fanno dei paragoni tra ciò che è e ciò che
dovrebbe essere.
Ognuna delle quattro ragazze aveva girato tutto il mondo
per arrivare in quella città e cominciare finalmente a vivere a modo loro. Non
erano forse più miserabili prima quando non avevano la speranza di un futuro
certo?
Ogni ragazza ha un proprio punto di forza che la rende
abile in determinate situazioni, e molte persone possono rendersi conto di tali
cose positive perché sono apparenti senza un minimo impegno da parte altrui.
Questa è una cosa che non tutti hanno,
rende ognuna di loro speciale.
Ci sono tante tragedie che possono capitare, e a volte
nessuna capacità speciale personale riesce a farcela superare. Non è così che
infatti si superano le tragedie. Molte tragedie richiedono uno sforzo sovrumano
che separi la realtà dalla fantasia. Una tragedia appartiene al mondo delle
fantasie.
La realtà è ciò che le nostre azioni realizzano. Se
qualcosa non funziona, si deve continuare a cambiare per riprovare, fino ad
ottenere il risultato voluto. Una tragedia ci scaraventa d'un colpo indietro al
nostro punto di partenza, facendoci sentire in uno stato di sopravvivenza che
ci terrorizza, perché sappiamo cosa vuol dire. Lo abbiamo vissuto e la volevano
lasciare alle spalle.
Ma ora quella sensazione è tornata. Non si può non
lottare. La realtà di prima è stata momentaneamente sospesa. Si torna nella
modalità di sopravvivenza: non esiste il fallimento, esiste solo un paradosso
che tenta di eliminare d'un colpo la vita vissuta. A volte, per ironia sadica
del destino, ci riesce e niente è più come prima. Ma tuttavia le cose non
cambiano: si ritorna a dover usare il nostro spirito combattente. Prima regola:
sopravvivere.
Se ti passa anche solo per la testa qualcosa di simile a
“mi sento una fallita,” ricordati che niente di tutto questo è reale. Stai solo
passando attraverso a un cambiamento così repentino che il sopra è diventato il
sotto mentre tutto il resto della stanza gira. Non farti travolgere dalla
illusione. Non è mai il momento di lasciarsi andare. Rialza lo sguardo e fissa
degli obbiettivi da raggiungere. Sopravvivi.
Nessun commento:
Posta un commento