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Rapporto genitori figli: Perché oggi gli anime educano meglio dei genitori?

rapporto genitori figli
Una ricerca americana pubblicata durante il 2010 ha suggerito che l’empatia nei giovani tra i 18 ed i 24 anni sia calata del 40% rispetto agli stessi test fatti nel 1980. Il test comprende quasi 14 mila studenti. (Per maggiori info vedi:Changes in Dispositional Empathy in American College Students Over Time: A Meta-Analysis.)
Anche a livello italiano vengono fatti dei controlli, per esempio sul personale ospedaliero. Gli operatori sanitari vengono valutati e non è raro notare una grande differenza tra le fasce di età oltre i 45 anni, con una buona empatia, e quelle precedenti con empatia discreta (secondo il modello BEES). Andamento simile viene riscontrato con gli studenti, di cui solo meno della metà sviluppa una buona empatia. E questa è una brutta notizia per chiunque a cui interessi un buon rapporto genitori figli.

empatia in psicologia

Empatia in psicologia e nel rapporto genitori figli.

Se sei un genitore hai delle responsabilità. Questo non vuol dire che tutti i genitori sottostiano a tali responsabilità. Molti si accontentano di fornire una casa, cibo e vestiti senza educare; altri genitori restano freddi e distaccati; alcuni non volevano nemmeno essere genitori e non fanno niente per imparare l’arte.
L’empatia è la capacità di provare (letteralmente sentire dentro) le emozioni altrui. Il modo di dire mettersi nei panni altrui si rifà a questo concetto. Devi camminare nelle scarpe di qualcuno per capire cosa stanno provando.
Una carenza di empatia significa che le proprie azioni sono spesso indifferenti alle reazioni altrui. Immaginiamo il ricco e potente che deve scegliere tra il salvaguarda l’ambiente e deforestare senza remore solo per guadagnare un trenta percento in più: il ricco e potente che sceglie il profitto all’ambiente non prova empatia per la fauna e la flora vivente in quei luoghi. Una carenza di empatia modifica una cultura fino a permettere la manipolazione delle emozioni, e lo abbiamo visto con i nazionalismi che aggiungono altre barriere inventate (come razza, immigrazione, classe, etc.) al fine di rendere meno sensibile la popolazione, perché una volta tolta l’empatia gli altri sono altri: non più umani come te, ma diversi.
Un buon rapporto genitori figli comprende l’empatia e l'educazione dell'empatia stessa. Guardando alle varie generazioni (un’altra di quelle barriere inventate), notiamo come l’educazione sia drasticamente andata a perdere di peso a partire già dai tempi delle Grandi Guerre. La generazione dei nati intorno agli anni 60 (chiamata generazione baby boomers) ha fallito nel tramandare valori fondamentali, condannando le successive generazioni non tanto a subirne gli effetti, ma anche ad una colpevolizzazione infondata.
I baby boomers hanno chiamato Millennials i nati prima e dopo il 2000, oggi adulti, e li descrivono come eccentrici, lavativi, o bamboccioni per citare una delle offese fatte da un nostro politico e trasmessa in televisione. Si dà la colpa agli ultimi arrivati accusandoli di non fare nulla senza contare che chi parla appartiene alla stessa generazione che impedisce ai nuovi di prendere il posto dei vecchi. I baby boomers non vogliono cedere la loro prerogativa: vogliono essere loro al centro delle attenzioni e non vogliono mollarle. Sono disposti ad offendere, umiliare e distruggere mostrando così zero empatia e dando un cattivo esempio che la popolazione coetanea non condanna ma premia. Questo meccanismo innesca una serie di comportamenti che scoraggiano l’acquisizione di una empatia che deve rispondere alla domanda: Perché mai dovrei voler capire questa gente?

Test dell'empatia per Genitori!


intelligenza emotiva
Riconosci questo personaggio? Se la risposta è sì, allora segui il mondo anime e manga! Tra le varie forme di intrattenimento giapponese(così ben radicato da sviluppare rami a seconda della nicchia di mercato a cui si rivolge, tra cui i conosciuti generi shōnen, per ragazzi adolescenti maschi, e shōjo, per ragazze adolescenti femmine), vi sono opere artistiche come Jigoku Shōjo (o WataMote, opera da cui proviene la ragazza protagonista raffigurata nel riquadro) che narrano le vicende della popolazione giapponese, offrendo uno sguardo critico e maturo su quelli che sono i valori di cui la stessa Società si nutre anche con i loro stessi spettacoli televisivi. Tale approccio è sconosciuto all'intrattenimento italiano dove manca ogni forma di critica, anche solo guardando alla generica figura del critico televisivo americano (una trasmissione che si basa sul commentare in TV altri spettacoli televisi senza censure e spesso senza mezzi termini su cosa piace e cosa no, dando la voce al presentatore che non è un giornalista come invece succede da noi con spettacoli che hanno il compito di presentare certi angoli ma non ti criticare veramente e liberamente il modo in cui si fa televisione od altro.).

Empatia e intelligenza emotiva: perché giovani e giovanissimi vengono educati da anime, cartoni e romanzi.

La vera crisi in atto è una crisi di valori. I giovanissimi non hanno più modelli a cui aspirare. E come è successo per la precedente generazione, se i modelli mancano, si trovano. Attualmente assistiamo all’acquisizione di modelli spesso non italiani, e le ragazze in generale preferiscono guardare a chi ha successo (l’equivalente alla velina italiana, oggi sempre più in declino) oppure a fonti emotive (come manga, anime, romanzi, serie televisive, film, etc.)
I genitori sono sempre meno i depositari del sapere, e dai genitori molte ragazze non imparano nulla. Specialmente tra madre e figli, deve esistere un’educazione basata sul gestire le proprie emozioni, comunicare con gli altri in modo responsabile e mostrare quali comportamenti sono utili ad ottenere quali risultati interessanti. Ne è esempio il genitore perennemente fisso al cellulare, e che quasi sempre neanche sa usare internet per risolvere i propri problemi e cercare le soluzioni che servono, oggi disponibile in formato video, audio o testo.
Gli anime pertanto offrono alle ragazze pacchetti di valori preconfezionati, con esperienze insegnate tramite una narrazione che punta al solito modello del dramma o della commedia. Ma queste storie non sono progettate per insegnare: sono progettate per intrattenere e per vendere spazi pubblicitari alle case di produzione che organizzano il lavoro commissionato da altri.
Di fatto, anime e manga producono sempre più dei consumatori abituati a consumare una storia per intrattenimento e così guadagnare fiducia da parte dello spettatore in un rapporto che non possiede nulla di male, tranne quello di ingannare le ragazze italiane che assorbono valori non propri della nostra cultura e che contestualizzano male la sfera emotiva toccata dal racconto.
Come tutte le forme di educazione passiva, se così le vogliamo chiamare (considerando la più antica quella di forma letteraria in quanto i libri sono diventati un comune porto per le anime solitarie e curiose dopo l’invenzione della stampa), il cambiamento sulle persone non si riscontra se non dopo diversi cicli di esposizione. Importa anche l’età a cui si viene esposti a certi argomenti, e qualunque adolescente con accesso ad internet oggi ha ben più dell’accesso ai manga ed agli anime con i loro valori diversi dai nostri!
In tal senso perciò, un valore seppur diverso dal nostro è meglio di un valore non fornito da un genitore irresponsabile? Questo è il nocciolo della situazione che troppe persone evitano di considerare. Molte madri dimenticano di spiegare le regole che governano la famiglia, e le impongono autoritariamente; alcune non si accorgono nemmeno conto dopo aver letto resoconti del genere che uno dei motivi per cui certe figlie sono così dedite alla propria passione per quel video, quel anime, quel cantante/attore/etc. è la carenza dell’insegnamento dell’empatia.
Acquisendo emozioni da fonti esterne come libri, immagini o video, i figli assorbono informazioni in grado di far sviluppare la propria empatia. Tramite la curiosità suscitata dalle esperienze vissute dai beniamini o protagonisti delle storie inventate (in entrambi i casi da quando esiste il marketing) i giovani riescono a farsi domande riguardo cosa si provi in quelle condizioni, cosa si senta ad essere così amati, od odiati e via dicendo. Fanno cioè esercizio mentale sulle emozioni.

Test dell'empatia per Adolescenti e Giovani!

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